Gli altri abitanti della Collina

di Giorgio Fea

 

Piccolo di cinghiale

 

La fauna della Collina morenica di Rivoli-Avigliana è particolarmente ricca e variegata, ma difficilmente percepibile ad un primo sguardo. Per quel che riguarda i vertebrati, infatti, la pressione antropica su questi ambienti ha reso gli animali più schivi e diffidenti di quanto non lo siano già per natura. Inoltre, molti hanno un’attività crepuscolare o notturna e di giorno tendono a rimanere nascosti. I diversi paesaggi ed ambienti della Collina, strettamente correlati dal punto di vista biologico, possono essere considerati piccoli ecosistemi caratterizzati ognuno da una fauna specifica.
I boschi sono la casa di molti uccelli, prevalentemente passeracei. Diffusissime sono le piccole cince: la cinciallegra, la cincia mora e la cinciarella, specie sedentarie che d’inverno allietano con il loro canto lo spoglio ambiente dei cedui. Egualmente insettivori e sedentari, il picchio rosso maggiore, il picchio verde, il picchio rosso minore ed il picchio muratore fanno i nidi nelle cavità degli alberi. La gazza, avendo acquisito notevole famigliarità con la presenza umana, tende ormai a fare i nidi vicino ai luoghi abitati, mentre il cuculo colloca le sue uova nei nidi dei passeracei in modo da far loro allevare i propri piccoli. La ghiandaia, il codibugnolo e l’usignolo sono meno comuni e quindi più difficili da scorgere fra i rami: spesso solo il loro canto ne svela la presenza.
I roditori più frequenti sono quelli che vivono al suolo ed appartengono alla famiglia degli Arvicolidi (arvicola rossastra e arvicola di Savi), dei Muridi (topo selvatico collo giallo) e dei Soricidi (toporagno comune e crocidura ventrebianco) e costituiscono le prede preferite di donnole e faine, occasionalmente del tasso. Nelle siepi e negli arbusti nidificano soprattutto l’averla piccola, la capinera, lo scricciolo e il merlo, tra i mammiferi il moscardino, piccolo roditore dal dorso aranciato, e il riccio, unico insettivoro ad andare in letargo. Il codirosso e lo storno condividono con molti degli animali già citati prati, incolti, radure e brughiere, luoghi preferiti anche da corvidi (cornacchia grigia, cornacchia nera, corvo) e lepri. Anche il pettirosso, il verdone ed il cardellino frequentano le radure ed i boschi aperti ove possono cadere preda dei pochi rapaci diurni della collina (poiana e gheppio) che si trovano con quelli notturni (allocco, civetta, gufo comune e barbagianni) ai vertici della catena alimentare. Questi ultimi si nutrono prevalentemente di piccoli roditori, come pure l’unico canide selvatico del territorio, la volpe, che tuttavia non disdegna occasionalmente rifiuti o carogne.

Volpe

 

Anche i pochi ambienti umidi della Collina danno vita ad interessanti ecosistemi, rappresentati significativamente dal Laghetto Pessina nel territorio di Rosta. In questo, come in tutte le aree umide, gli ospiti più numerosi sono gli insetti, allo stato larvale o adulto, che forniscono nutrimento alle diverse specie di anfibi. Tra questi i tritoni sono i più difficili da incontrare poiché trascorrono gran parte della vita tra le radici degli alberi o sotto i sassi, mentre i numerosi anuri (raganella, rana agile, rana verde minore, rospo comune e rospo smeraldino) a volte sfuggono alla vista per le proprie abitudini notturne. Prede abituali degli uccelli rapaci, hanno anche sul terreno dei pericolosi nemici nella biscia dal collare e nel biacco, serpenti alquanto aggressivi che raggiungono i due metri e che, se disturbati, attaccano anche l’uomo.
Alcuni altri animali, assai comuni in altre zone del Piemonte, si possono incontrare solo occasionalmente in collina: i più interessanti sono certamente l’airone cenerino, che frequenta lo stagno di Rosta, ed il capriolo. Quest’ultimo in particolare è assai difficile da scorgere sia per le abitudini prevalentemente notturne sia per il numero estremamente ridotto di esemplari presenti. Anche il cinghiale un tempo era raro in zona, mentre è ora massicciamente presente a causa del lancio illegale a scopo venatorio e della elevata prolificità.