La Via dei Pellegrini

Testo curato da Gianfranco Salotti

Una sequenza sorprendente di paesaggi, miti e antichi mestieri

Il percorso complessivo della Via, suddiviso in due tratte di ca. 22 km ciascuna, si snoda lungo antiche vie e attraverso Borghi e Borgate, a ovest di Torino nella Bassa Valle di Susa. La prima tratta, dal Castello di Rivoli alla stazione delle FF.SS di Avigliana, tocca nel suo punto più elevato i 641 mt del Monte Cuneo, mentre la seconda tratta, dalla stazione FF.SS, sale al Colle della Croce Nera (ca 850mt di quota) prossimo alla Sacra di S. Michele, per terminare alla Stazione delle FF.SS. di S. Ambrogio. L'itinerario permette di cogliere aspetti ambientali estremamente diversi fra di loro, quali la verde Collina morenica con le sue conche e vallette, una vera e propria Porta (Purtie) che apre verso l'area intermorenica con i laghi e le paludi dei Mareschi di Trana e di Avigliana, i monti della Sacra con le cime rocciose e selvatiche. Si nascondono dietro tutto questo, il mondo magico delle Masche del Moncuni, il mito antico del Sole e del Cigno dei palafitticoli di Trana, la fede dei monaci cristiani ed anche le tracce di attività ormai scomparse, come quella dei Picapera del Forte, dei Cavatori di torba della Trübiera, dei vignaiuoli “spietratori” della Mortera. I Comuni della Collina, dai cui centri storici si può accedere alla Via, sono: Rivoli, Villarbasse, Rosta, Buttigliera Alta, Sangano, Trana, Reano, Avigliana.

 


 

 

Giuseppe Mercante, primo “pellegrino”

Un vecchio racconto ottocentesco ci tramanda l'avventura di un “pellegrino ante litteram”, il mercante Giuseppe di Avigliana che, appunto da qui, intraprese il viaggio attraverso la Collina morenica per tornare al proprio paese. Giunto, che ormai annottava, a S. Antonio di Ranverso, invece di passarvi la notte al sicuro, decise di proseguire attraversando la Bealera di Rivoli sul ponte chiamato Sanchino, senza tener conto delle dicerie sui briganti che infestavano il luogo. Il risultato fu che il povero mercante fu assalito e, dopo una bella randellata, si ritrovò “da ricco, a nullatente!”. “Almeno avessi fatto tesoro di quello che faceva il mio amico, che nelle tasche portava sempre sabbia finissima da lanciare agli assalitori!”, rimuginava tra sé. Così, malconcio, arrivò nella sua casa di Piazza Conte Rosso in Avigliana, a farsi consolare dalla “cita”, la sua giovane moglie.

 


 

 

Un grande “chiostro aperto” per rigenerarci ed aiutarci a comprendere

Percorrere in quiete e in modo non intrusivo la Via è come attraversare un grande “chiostro aperto”, stimolati ad osservare il visibile e l'invisibile dell'ambiente, come le grandi catastrofi glaciali, i sovvertimenti provocati da attività umane esasperate, come pure certi straordinari equilibri tra la natura addomesticata e quella selvatica che hanno vinto il tempo e sono modello per noi. La Via è uno strumento piacevole che può aiutarci a comprendere, oltre le apparenze, il mondo in cui siamo ed allargare la nostra cultura e sensibilità nei confronti dell'ambiente.

 

 

Approfondimenti:

— Profilo altimetrico

— Rete sentieristica della Regione Piemonte (dal sito è possibile scaricare le coordinate GPS del percorso)

— La Via dei Pellegrini. Accesso dalla Pertusera

— La Via dei Pellegrini. Accesso dal Castello di Rivoli

— Via dei Pellegrini: “Anello della Torbiera"

— Via dei Pellegrini: “Anello della Torbiera" (scheda)

— Via dei Pellegrini: “Anello della Torbiera" (simbolo)