I labirinti dell’acqua

di Michele Motta

Poligonal cracking: nelle zone più soleggiate ed aride della Collina si possono formare sulla superficie delle rocce disegni "a mosaico"
con fessure allargate dall'idrolisi

 

I silicati resistono per breve tempo a molti agenti chimici, ma nei secoli si alterano per il semplice contatto con l’acqua: si tratta del fenomeno detto “idrolisi”.
Nell’anfiteatro morenico, complici le condizioni climatiche ivi esistenti, i minerali più alterabili sono pirosseno, olivina e anfiboli, cui seguono serpentino, miche e cloriti; il feldspato potassico è invece quasi immune a questo processo. L’idrolisi è intensa alla sommità dei massi, dove si accumulano acqua e foglie marce. Le concavità si approfondiscono in vaschette e, dove l’acqua di pioggia resa acida dalla decomposizione delle foglie marce deborda dalle vaschette, vi si formano solchi.
L’idrolisi forma solchi e vaschette dove la roccia ha microfratture o minerali più alterabili. L’insieme forma quella che è chiamata meringue surface, un insieme di solchi e vaschette che, in prasiniti e anfiboliti crea disegni di grande bellezza, talvolta talmente geometrici da rendere difficile credere che dietro questi piccoli capolavori ci sia solo l’opera capricciosa della natura, e non la mano dell’uomo.
Così, spesso furono interpretati come graffiti preistorici. Sebbene già i primi geologi ne avessero compresa l’origine naturale, solo la microscopia elettronica ha potuto dimostrare che queste forme derivano dall’alterazione chimica, e non da strumenti di scavo.
Le fessure di serpentiniti, lherzoliti e metagabbri, allargate dall’idrolisi, formano disegni a mosaico anche sulle superfici verticali delle rocce presenti nei versanti vallivi più soleggiati e caratterizzati da un periodo di aridità estiva.
Alcune superfici inclinate delle rocce più alterabili (gneiss minuti e micascisti) hanno solchi disposti secondo la linea di massima pendenza. Sono i flutes, dovuti al periodico flusso di acqua piovana in quantità sufficiente a rimuovere i prodotti di alterazione, ma non ad erodere la roccia. I flutes sono tipici del clima temperato, ma rari sui massi erratici, e sono spesso all’origine di leggende sui graffi del diavolo o di masche.